Justice is truth in action. La giustizia è verità in azione. (Benjamin Disraeli)

Diffamazione sui Social Network - Nuova "moda" delle richieste di risarcimento

07 dicembre 2025

Negli ultimi mesi lo Studio si è trovato ad affrontare diversi casi di presunta diffamazione a mezzo social, ovverosia asserite accuse nei confronti di coloro che attraverso i social network (Instagram o Facebook) commentano post di personaggi noti al pubblico (ad esempio influencers, comici, artisti o politici) e ricevono richieste volte ad un risarcimento per supposti danni all’immagine di tali soggetti.

Indubbiamente l’avvento e lo sviluppo dei social network, così come il cosiddetto “trend Ferragnez” volto a condividere ogni momento della propria vita, hanno reso più facile commentare una notizia o un comportamento altrui in modo più emotivo, libero e “di pancia”, chiudendo ad un confronto equilibrato e favorendo una rapida diffusione dei post.

Di fatto, più “like” si ottengono e maggiore visibilità guadagna un contenuto, che quindi diventa virale e viene esposto ad ogni tipo di commento, favorendo la facilità di espressione a molte più persone.

Sui social media quindi la libertà di opinione sfocia facilmente nella critica, che, a sua volta, può diventare illecita e sconfinare nella diffamazione, superando i limiti di verità, pertinenza e continenza (ad esempio, un linguaggio offensivo, lesivo o discriminatorio).

Ma davvero si può parlare di diffamazione rischiando un procedimento penale?

No, non sempre!

La diffamazione è una fattispecie di reato disciplinata dall’art. 595 del codice penale e consiste nell'offendere la reputazione di una persona comunicando con altre persone, senza la sua presenza.

Per essere considerata diffamazione, la comunicazione deve però ledere l'onore e il decoro del soggetto, il quale può essere attaccato tramite qualsiasi mezzo, inclusi i social media. Se realizzata attraverso questi si parla di diffamazione aggravata, la quale comporta pene più severe.

Da qualche anno però il concetto di diffamazione viene a volte impropriamente usato da società che combattono l’odio online, le quali inviano lettere di richieste di accordo o di denaro alle persone che avrebbero insultato sui social network un loro cliente, generalmente personaggi noti al pubblico.

Queste comunicazioni presentano sempre dei comuni denominatori: si fa riferimento ad un determinato commento -di solito risalente nel tempo- apparso sotto il post del soggetto asseritamente leso, viene paventato il reato di diffamazione a mezzo social, viene allegata una sedicente perizia informatica relativa al commento ed all’url del profilo, il destinatario della missiva viene invitato a cancellare il commento, ad inviare una lettera di scuse ed a contattare il mittente per trovare un accordo economico; in altri casi la missiva contiene già una precisa e puntuale richiesta di pagamento.  

Trattasi indubbiamente di una pratica alquanto singolare e che deve destare perplessità nei destinatari di queste richieste, soprattutto perché, il più delle volte, i commenti incriminati non presentano alcun profilo diffamatorio, ma sono meri tentativi intimidatori e volti all’arricchimento.

 

Ma perché si è diffusa questa “moda tra i VIP”?

In primo luogo, questo è un modo rapido per ottenere un risarcimento senza attendere i tempi della giustizia civile o penale.

Secondariamente, un personaggio famoso è più facilmente esposto all’opinione pubblica e spesso i contenuti da questo condivisi e pubblicati sui propri profili social sono volti a creare clamore e risonanza mediatica.

Tuttavia, non tutti i commenti hanno profili diffamatori, pertanto viene meno il presupposto della fattispecie di reato e risulta più facile ed immediato richiedere -in sede civile stragiudiziale- un risarcimento economico per il danno all’immagine.

In base all’esperienza che lo Studio ha avuto, spesso questi commenti sono infatti delle mere esternazioni di pensiero -fatte anche attraverso l’uso di emoticons- ma fondamentalmente prive di un linguaggio offensivo, lesivo o diffamatorio.

Indubbiamente però molti utenti, spaventati dalla prospettiva di un avvocato e temendo di dover affrontare un processo con seri strascichi legali, soprattutto di carattere penale, acconsentono al pagamento delle cifre richieste cadendo quindi nella rete di questo vero e proprio business.  

 

Quindi quali tutele si possono adottare per non cadere nella trappola?

Posto che ognuno è libero di esprimere una propria opinione o pensiero e che ciò deve sempre essere fatto nel rispetto dei principi della buona educazione e del buon costume, senza offendere, ledere o discriminare il prossimo e che, se un soggetto ritiene di essere stato leso o insultato ha certamente diritto di rivolgersi ad un legale o all’autorità giudiziaria per tutelare i propri diritti ed eventualmente ottenere un risarcimento se destinatario di commenti diffamatori, è anche vero che in caso di ricezione di una lettera di diffida, è opportuno non aderire a quanto proposto (solo perché intimiditi dal contenuto) e riservarsi un’attenta valutazione della fondatezza della pretesa e tuttalpiù intavolare una trattativa.

Archivio news

 

News dello studio

dic7

07/12/2025

Diffamazione sui Social Network - Nuova

Diffamazione sui Social Network - Nuova "moda" delle richieste di risarcimento

Negli ultimi mesi lo Studio si è trovato ad affrontare diversi casi di presunta diffamazione a mezzo social, ovverosia asserite accuse nei confronti di coloro che attraverso i social network (Instagram

nov7

07/11/2025

STOP al pagamento delle rette in RSA per i malati di Alzheimer

STOP al pagamento delle rette in RSA per i malati di Alzheimer

LE RETTE PER LA DEGENZA IN RSA IN MOLTI CASI NON POSSONO GRAVARE SUGLI UTENTI Il caso recentemente esaminato dallo Studio ha consentito di fare un pochino di chiarezza su un argomento che purtroppo

ott7

07/10/2025

Il Curatore Speciale del Minore, cosa fa? Quali sono le sue competenze?

Il Curatore Speciale del Minore, cosa fa? Quali sono le sue competenze?

Sempre più spesso anche nei procedimenti di separazione, divorzio, di affido e mantenimento dei minori, viene nominato il Curatore Speciale del Minore, una figura non ancora nota e la cui nomina

News Giuridiche

dic10

10/12/2025

Cani e gatti: le nuove regole UE per l’acquisto

I negoziatori di Parlamento Europeo e Consiglio